La scelta dell’università per me è stato un percorso piuttosto semplice: la matematica mi è sempre piaciuta e, al liceo, ho avuto la fortuna di avere insegnanti che me l’hanno fatta capire ed amare. Per questo motivo mi sono iscritto al corso di laurea in matematica volentieri e pieno di aspettative.

All'università le cose sono andate un po’ diversamente e la mia strada è stata un po’ più accidentata. Da subito sono rimasto affascinato dall’impianto teorico che rende la matematica un mondo dove tutto funziona (o quasi) e mi sono lanciato nello studio degli aspetti più astratti, in particolare l’algebra. Successivamente, però, ho iniziato a sentire la mancanza del collegamento con il mondo e, più passava il tempo, più mi domandavo se non fosse stato meglio cambiare direzione. Per fortuna, grazie alla relatrice della mia tesi, ho trovato una risposta sensata a questo dilemma, iniziando a conoscere il mondo della matematica applicata ai problemi biomedici.

La mia tesi dal titolo “metodi algebrici per la statistica con applicazioni all’epidemiologia” ha segnato il mio percorso futuro. Infatti, per scrivere la parte di applicazione, ho frequentato per qualche mese il Centro di Riferimento per l’Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica in Piemonte (CPO Piemonte), dove ho imparato alcuni rudimenti di epidemiologia e, soprattutto, dove ho iniziato nuovamente ad appassionarmi allo studio e alla ricerca. L’epidemiologia è la scienza che studia la frequenza delle malattie nelle popolazioni, l’eziologia delle malattie e come prevenirle e curarle e dal 2005 è il mio ambito di ricerca.

In questi anni ho avuto l’occasione di lavorare con diversi gruppi di ricerca, inizialmente occupandomi di epidemiologia descrittiva dei tumori (al Registro Tumori Piemonte) e successivamente lavorando nell’ambito dell’epidemiologia molecolare, ovvero lo studio delle cause delle patologie che derivano dalla genetica e dall’interazione dei fattori molecolari con l’ambiente e gli stili di vita. Ho avuto anche la fortuna di poter approfondire le mie conoscenze grazie ad un Master Universitario di II livello in Epidemiologia e un dottorato in Scienze Biomediche e Oncologia Umana con indirizzo in Genetica Umana.

Il matematico, in questo campo, è molto apprezzato sia per la sua capacità di affrontare problemi statistici e modellistici, sia per la sua duttilità nell’affrontare situazioni nuove senza lasciarsi troppo scomporre.

Da due anni ho cambiato ancora in parte ambito di ricerca, lavorando come assegnista di ricerca presso il dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell’Università degli Studi di Torino dove mi occupo principalmente di epidemiologia sociale e dell’influenza che le disuguaglianze sociali hanno sulla salute delle persone.

In questi anni ho anche avuto la fortuna di poter seguire diverse tesi sperimentali di studenti della laurea triennale e magistrale in matematica ai quali ho cercato di trasmettere, oltre alle conoscenze che un matematico deve possedere per poter lavorare in ambito biomedico, la mia passione per la ricerca epidemiologica. E a quanto pare sono stato convincente, perché alcuni di loro hanno voluto proseguire su questa strada, nonostante la precarietà del lavoro che è sempre in agguato nel mondo della ricerca.